La Collezione Paleontologica, oltre ai compiti di recupero conservazione e tutela del patrimonio, ha aggiornato i propri obiettivi secondo le più moderne esigenze museologiche e di ricerca scientifica, orientandosi ad una revisione delle antiche collezioni e ad una rilettura in chiave ambientalista di quelle più recenti, oltre all’incremento delle collezioni malacologiche in chiave paleontologico-stratigrafica, dell’Emilia occidentale.
Quest’area, per estensione degli affioramenti e per l’abbondanza di fossili, è stata, fin dall’ottocento, una delle aree neogeniche più classiche e studiate dai paleontologi e stratigrafi di tutto il mondo. Infatti, Lyell (1932) distinse due periodi geologici (Miocene e Pliocene) sulle differenze delle faune fossili a molluschi del Bacino di Parigi e dell’Emilia occidentale. Più recentemente (dalla seconda metà del novecento) divenne un riferimento fondamentale per la ricerca scientifica sul Neogene con l’istituzione da parte dei paleontologi dell’Università di Parma, di due stratotipi del Pliocene, Tabianiano e Piacenziano, di cui uno tuttora valido nelle scale geologiche internazionali. sulla base delle associazioni fossili. In tale ottica, il materiale conservato nelal Collezione didattico-museale Paleontologica, data anche la sua particolare ubicazione geografica, assume una notevole importanza scientifica che trascende dal valore locale e storico.

Anche se oggi il continuo progresso nelle metodologie paleontologiche e stratigrafiche ha introdotto nuovi mezzi di indagine e spostato l’interesse degli studiosi di Neogene in altre aree più idonee, l’Emilia occidentale rimane pur sempre un importante punto di riferimento e le raccolte della Collezione Paleontologica sono quindi beni che devono essere tutelati. La Collezione Paleontologico ha, quindi, continuato il suo compito di recupero, conservazione e tutela del patrimonio già esistente come dati fondamentali e storici della ricerca paleontologica – stratigrafica ma ha aggiornato i suoi obbiettivi secondo le moderne esigenze museologiche iniziando l’allestimento di vetrine didattiche che non fossero semplici esposizioni “mute” di reperti ma che permettessero una facile divulgazione e comprensione dei fenomeni naturali, che i reperti “narrano” ad un pubblico eterogeneo. La Collezione Paleontologica è senza dubbio una piccola entità museale ma riveste un ruolo importante secondo le moderne concezioni di museo, è un luogo di tutela di un patrimonio di grande valore scientifico, ha valore storico perché le sue collezioni e la sua storia riflettono le tappe fondamentali del progresso scientifico nel campo delle Scienze Naturali negli ultimi due secoli e un intervallo della storia politica di Parma. Infine, altrettanto se non più importante il ruolo che il museo può assumere come centro di divulgazione della storia geologica e paleoambientale del nostro territorio con l’allestimento di vetrine in cui i reperti fossili, provenienti in massima parte dalle nostre aree, spieghino ciò che oggi ci circonda.

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