Questa importante raccolta fu ideata e completata da Angelo Andres nel 1925, riunendo i reperti delle precedenti collezioni, con l’intento di mostrare la grande biodiversità mondiale nell’ambito dei vertebrati. L’impostazione della raccolta è ancora di stampo ottocentesco, ma chiaramente disposta secondo la teoria evoluzionistica di Darwin, teoria che fu già accettata entusiasticamente fin dal 1859 da Pellegrino Strobel, allora direttore del Museo e in seguito maestro di Andres. Ampiamente rappresentati sono i mammiferi, dai pinnipedi di grandi dimensioni ai piccoli roditori, e numerosi sono pure gli uccelli.
Anche se l’ostensione di un così grande numero di esemplari è ormai superata per la sensibilità odierna, la Collezione ha il pregio di rappresentare un tipico esempio di museologia positivista.
Verso il fondo della sala sono presenti molti rettili sia europei che esotici, fra cui varani, serpenti e anche un certo numero di crepitacoli (sonagli) di serpenti a sonagli. In un grande cilindro di vetro accanto alla parete è presente un pesce polmonato australiano, Neoceratodus forsteri, in grado di respirare aria per qualche tempo quando l’acqua in cui vive scarseggia; attualmente è purtroppo minacciato di estinzione.
Sono pure presenti una rara collezione di uova e di nidi d’uccelli. Lungo la parete è presente lo scheletro di una balenottera fossile ritrovata sulle attuali colline piacentine, in sedimenti marini risalenti al Pliocene inferiore.
Verso il fondo della Galleria della Sistematica si apre la cosiddetta ‘Sala degli Scheletri’, nella quale sono conservate raccolte ottocentesche di straordinario interesse scientifico e didattico. Il nome è legato alla presenza di numerosi scheletri di vertebrati, soprattutto mammiferi, montati in posizione naturale, fra cui spiccano una giraffa e un dromedario, mentre lungo le pareti sono presenti armadi contenenti corna e ossa di numerosi animali.
Uno stretto armadio contiene parecchi crani umani, si ritiene appartenuti a soldati romani morti nel I secolo d.C. vicino a Brescia.
Nella Sala è conservata inoltre una mirabile collezione di organi interni essiccati e di preparati ceroplastici, realizzati a scopi didattici, per l’insegnamento universitario.