Le raccolte di Anatomia Umana alle soglie del XXI secolo
Le origini
Manufatti anatomici compaiono, verosimilmente, nello Studium Farnesiano nel XVII secolo, ad opera di un Gabinetto Anatomico e Patologico in cera, le cui esistenza è ancora oggi motivo di indagine storico-scientifica.
A partire dalla fine del XVIII secolo, sotto la direzione del professore anatomico di ceroplastica Andrea Corsi, vengono modellati in cera tre corpi umani a grandezza naturale, dei quali ne rimangono due, le cui fattezze riprendono le opere del fiorentino Clemente Susini. L’attività ceroplastica, interrottasi nella prima metà del XIX secolo, conosce una nuova stagione alla fine dell’800 con l’anatomico Lorenzo Tenchini, nel segno dell’antropometria costituzionale-forense.
La raccolta antropologico-criminale a lui intitolata comprende oltre 400 crani di carcerati e/o pazienti psichiatrici, deceduti di per malattia, ai quali corrisponde una raccolta di encefali mummificati (non visibili al pubblico) e una parte di preparati a secco di intere regioni del corpo umano (di prevalente uso didattico per gli studenti dei corsi universitari dell’Ateneo di Parma). A questi materiali sono associabili 46 riproduzioni (maschere) del volto dei soggetti su cui Tenchini eseguì gli studi anatomici e schede inerenti la loro storia personale e giudiziaria. Questi materiali cartacei sono conservati presso la Biblioteca Storica Museale, annessa alla sede attuale delle collezioni (vedi sotto). Un’ulteriore parte delle maschere tenchiniane è oggi esposta presso il Museo Lombroso dell’Università di Torino, a causa di un trasferimento da Parma agli inizi del ‘900, cui seguì un mancato ritorno per la morte prematura di Tenchini.