Dalla fotografia alla pittura: strumenti per indagare l’invisibile.
Fra i numerosi appuntamenti di quest’ultima settimana di novembre, non poteva mancare un evento che unisce arte e scienza. Un incontro proficuo e felice che da vita a questo pomeriggio di conferenze che ci dimostrano come la scala dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande si applica alla scienza, ma anche l’arte, d’ogni genere ed epoca, non ne è estranea.
Si inizia con la fa fotografia: mezzo per eccellenza di veicolazione delle immagini e…di indagine anche di ciò che non vediamo.
Ce ne parlano Silvio Wolf e Cristina Casero nella conferenza “La Fotografia: un mezzo per indagare l’invisibile” in programma all’APE Parma Museo, giovedì 1 dicembre.
La conferenza intende esplorare le potenzialità linguistiche e concettuali della Fotografia nel condurre il nostro sguardo verso ciò che non è direttamente visibile.
Essa prende spunto dall’installazione di Silvio Wolf: Sala Zero, L’Invisibile Quotidiano che sovverte l’ordine del quotidiano, offrendo la possibilità di percepire e accogliere ciò che è diventato invisibile ai nostri sensi perché così vicino, calato nella sfera del quotidiano, del banale e dell’ “ordinario”.
La seconda conferenza, dalle ore 16.30 alle ore 18, “L’efficacia delle immagini invisibili in epoca medievale” è a cura di Giorgio Milanesi.
Giorgio Milanesi è ricercatore di Storia dell’arte medievale presso l’Unità Arte, Musica e Spettacolo del Dipartimento D.U.S.I.C. dell’Università di Parma. La sua attività di ricerca si concentra sulla storia dell’arte dei secoli centrali del Medioevo (X-XIII) nell’Italia centrale e settentrionale in rapporto alle coeve dinamiche dei modelli d’immagine d’Oltralpe. Il suo studio si concentra soprattutto sul contesto aquitanico durante lo scisma del 1130-1138, sulle emergenze romaniche del territorio cremonese e sulla scultura, architettura e pittura dei secoli medievali della Lombardia, dell’Emilia-Romagna e del Triveneto. Membro del comitato scientifico della Fondazione Centro Studi Leon Battista Alberti, fa anche parte del progetto di ricerca internazionale Tectum che ha lo scopo di conservazione e valorizzazione dei soffitti lignei dipinti medievali in Europa. E’ anche membro fondatore della Società Storica Viadanese di cui è presidente e direttore del relativo bollettino.
L’ultima conferenza della giornata: “Vedere l’invisibile in pittura: errori, evoluzioni, riutilizzi, recuperi. Quando la scienza incontra l’arte” a cura di Gianluca Poldi, è in programma alle ore 18.
Gianluca Poldi, laureato in fisica presso l’Università degli Studi di Milano e docente presso l’Università degli Studi di Bergamo, si occupa di esaminare con metodologie scientifiche le opere d’arte, soprattutto dipinti, indagandone i metodi esecutivi, lo stato conservativo e l’autenticità. Coniugare scienza e arte è una passione maturata dopo gli studi al Liceo Machiavelli di San Felice, a cui sono seguiti una laurea in fisica a Milano, un dottorato di ricerca in ambito chimico-fisico a Firenze e uno in lettere a Bergamo.
Da libero professionista, oltre che da collaboratore con varie università italiane, studia capolavori d’arte, partecipa e dirige ampi progetti di ricerca.
Le conferenza fanno parte di una vasta serie di eventi che ruotano attorno alla mostra “Vedere l’invisibile. Dall’infinitamente grande, all’infinitamente piccolo” aperta fino 15 gennaio 2023 presso APE Parma Museo
Dove: APE Parma Museo, Auditorium – Strada Farini, 32/A – Parma
Quando: giovedì 1 dicembre:
“La Fotografia: un mezzo per indagare l’invisibile” ore 15-16
“L’efficacia delle immagini invisibili in epoca medievale” ore 16.30-18
“Vedere l’invisibile in pittura: errori, evoluzioni, riutilizzi, recuperi. Quando la scienza incontra l’arte” ore 18-19.30
Ingresso libero