CSAC: aperta fino al 16 aprile la mostra “Goliardo Padova. La forma del tormento”.
Sarà aperta fino al 16 aprile la mostra “Goliardo Padova. La forma del tormento”, a cura di Giulia Castagnetti e Giulia Ferrari, con la quale lo CSAC torna a riflettere sulla figura di un artista il cui fondo, conservato nell’archivio stesso, conta quasi quattrocento opere tra tele e disegni, manifesti e incisioni donate dagli eredi.
Con questa mostra lo CSAC apre una serie di esposizioni allestite nella Sala delle Colonne, caratterizzate da elementi comuni nonostante la diversità di temi, argomenti, autori e generi a cui ognuna è dedicata. Tutte mostre generate da indagini di archivio condotte dal personale che, lavorando nel Centro, associa le funzioni di conservazione e gestione archivistica a quelle di valorizzazione del patrimonio e di diffusione della conoscenza. Mostre originali, per i temi selezionati, oppure per il taglio critico dato, o per i materiali inediti scelti, e mostre caratterizzate da una progettazione a basso impatto ambientale e finanziario: anche il progetto allestitivo, la grafica e la realizzazione vera e propria sono interamente condotti dallo staff tecnico interno, con particolare attenzione al riutilizzo di materiali, arredi, supporti e strutture.
Dunque, un’idea di produzione culturale che valorizza le capacità progettuali e di realizzazione, la continuità tra elaborazione intellettuale e attuazione operativa e gestionale, caratteristiche che sono patrimonio da sempre dello CSAC e dell’Università.
Già nel 1985 Arturo Carlo Quintavalle pubblicava un articolo dal titolo Goliardo Padova e l’espressionismo europeo, delineando così quella che oggi vuole essere la chiave di lettura che ha guidato la selezione di un nucleo di opere all’interno del variegato corpus dell’artista conservato allo CSAC.
Goliardo Padova (Casalmaggiore, CR, 1909 – Parma 1979), dopo una formazione avvenuta tra l’Istituto d’Arte di Parma e l’Accademia di Brera si lega ai più aggiornati circoli culturali milanesi e diventa assistente alla cattedra del maestro Guido Marussing presso la Scuola Superiore per gli Artefici.
Sperimenta e padroneggia svariati linguaggi artistici tra cui la composizione decorativa, architettonica e la grafica pubblicitaria; suo campo d’elezione è però la pittura da cavalletto, nella quale trova maggior spazio la raffigurazione della terra d’origine.
Dopo una prima esperienza a stretto contatto con il Gruppo di Novecento e i Chiaristi milanesi approda a una personalissima interpretazione del reale.
Le tele di Goliardo Padova sono spesso state avvicinate dalla critica, per un’affinità di soggetti trattati, al gruppo dei cosiddetti “ultimi naturalisti” padani, così definiti da Francesco Arcangeli nelle pagine di Paragone nel 1954.
Sebbene non manchino nelle opere di Padova riferimenti ad artisti tanto vicini quali Mattia Moreni, Ennio Morlotti e altri, con La forma del tormento si vuole sottolineare il grande fascino che l’arte di matrice espressionista ha giocato nella sua carriera.
L’espressionismo, infatti, letto e appreso nelle sue svariate sfaccettature, è per lui adeguato mezzo per dar voce al proprio, cocente dissidio interiore.
Una prima selezione di opere testimonia la precoce attenzione riservata da Padova a questi linguaggi già intorno agli anni ’30 ’40: la scelta, in primis, delle tecniche quali la xilografia, il tratto duro e deciso nelle figure che animano le sue stampe, riportano alla memoria il gusto diretto a una forma di primitivismo tanto amato dai maestri tedeschi.
Nel 1943 avviene la grande frattura che segna indelebilmente Padova, come artista ma soprattutto come uomo: deportato in Germania all’interno di un campo di concentramento dal quale riuscirà a fuggire quattro anni dopo.
Seguirà un doloroso silenzio, durato quasi un decennio, ma è proprio nel successivo ritorno alla pittura, attraverso soprattutto l’impiego del linguaggio espressionista, che Padova riesce a dar voce al proprio tormento.
La mostra presenta, dunque, attraverso cinque sezioni, la suggestione e l’ammirazione che Padova, nella sua intera carriera, ebbe dei grandi maestri, da Munch e Heckel e a Kirchner passando per i post impressionisti e giungendo, infine, verso l’informale europeo e americano, sfociando in una innovativa e del tutto personale rielaborazione del linguaggio contemporaneo.
Goliardo Padova. La forma del tormento
a cura di Giulia Castagnetti e Giulia Ferrari
CSAC, Università di Parma
Abbazia di Valserena
Strada Viazza di Paradigna, 1, 43123 Parma PR
Apertura mostra: 4 marzo 2023 – 16 aprile 2023
Orari di apertura museo:
venerdì 9 – 15 | sabato e domenica 10 – 19
Da martedì a giovedì visite guidate su appuntamento.
Laboratorio didattico: La forma del colore: esperienza didattica sulle opere di Goliardo Padova,
Per famiglie: sabato 1 e domenica 2 aprile, ore 15 e ore 16, su prenotazione
Per scuole: 27-31 marzo, su prenotazione
Info e prenotazioni:
tel. 0521 903649
e-mail csac@unipr.it, servizimuseali@csacparma.it
sito: https://www.csacparma.it/goliardo-padova-la-forma-del-tormento/