La Collezione di Mineralogia dell’università di Parma nasce dall’unione di una serie di raccolte tardo settecentescheLinati, Piroli, Cavezzali, che confluiscono, con limitate accessioni successive, in una unica struttura.
Di tali raccolte rimane il solo catalogo Cocconi, redatto a mano negli anni 1886-1887, che riporta la consistenza dei campioni allora presenti. Tale catalogo, che costituisce un importante documento storico, è di utilità quasi nulla perché negli anni si è persa per la grande maggioranza dei campioni la connessione tra riferimento nel catalogo e oggetti nella sotto-collezione.

La situazione attuale è di un insieme di campioni in mostra nel corridoio centrale del Plesso di Scienze della Terra, all’interno del campus universitario in Via Usberti 157/a, locali afferenti al Dipartimento di Scienze Chimiche, della Vita e della sostenibilità Ambientale.

Si tratta di un insieme di circa 800 reperti, selezionati per caratteristiche estetiche e classificati su basi sistematiche.
Eccezione alla classificazione sistematica sono le prime vetrine dall’ingresso, che si riferiscono a minerali del parmense.
Oltre ai campioni in mostra si deve purtroppo segnalare che il resto della collezione, oltre 5000 pezzi, è situata in deposito esterno all’edificio, al momento in condizioni di inagibilità.

Tra i campioni del parmense meritano una segnalazione le septarie di barite, i quarzi neri nei gessi, i grossi di cristalli di calcite cresciuti in ambito sedimentario ed infine la rara melanoflogite, clathrato presente in poche località al mondo, di notevole interesse tecnologico per le potenzialità applicative nello “storage” del metano.

Tra i campioni del corridoio, si devono segnalare le splendide cristallizzazioni di ametista, la malachite mammellonare, la labradorite a cristalli decimetrici iridescenti a vari colori, e gli splendidi granati.

Infine una nota per l’esposizione dei campioni storici di meteoriti, rccolta sviluppatasi tra fine diciottesimo e inizio diciannovesimo secolo, in cui vi sono frammenti delle più note meteoriti cadute nel periodo. Tra di essi la condrite carboniosa Renazzo, l’eucrite di Juvinas, la condrite de L’Aigle, dall’esame della quale Biot propose l’origine extraterrestre delle meteoriti, ed infine la pallasite di Krasnojarsk.

L’esposizione è arricchita di informazioni sui campioni ed in generale su mineralogia e cristallografia, provenienti dall’esposizione permanente dei pannelli preparati per le mostre sui marmi delle Apuane, nel 2006, e Cristalli! nel 2014.

Collezione Krantz

L’ingresso nel patrimonio museale della sotto-collezione Krantz (che consta di 500 pezzi) non è dovuto a donazione ma ad acquisto nel 1925 presso la ditta omonima avente sede a Berlino, specializzata nella compravendita di collezioni di rocce, minerali e fossili ed in materiale didattico a carattere geologico.

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